STORIA SU CRAMU – SEUI

21 maggio 2016

Madonna del Carmelo – su Cramu

 Come è nata la festa de Su Cramu, la più importante per i seuesi.

Per devozione e per partecipare ai balli, a cui erano particolarmente appassionati, i seuesi si spostavano ogni anno, in trasferta, nei paesi vicini.

Pur essendoci la possibilità di raggiungere la festa in treno, data la scarsa disponibilità economica, si era soliti affrontare il viaggio a piedi o a cavallo.

 Sant’Elena e San Valentino a Sadali, Sant’Antonio a Esterzili, Santa Rosa a Nurri, Sant’Ignazio a Laconi, lo Spirito Santo a Gairo, San Basilio a Villanova Strisaili, Madonna di Buoncammino a Cardedu, Madonna del Carmine Elini, erano alcune delle feste più frequentate.

Proprio a Elini in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna del Carmine, il 16 Luglio del 1919, durante una rissa tra Elinesi e Ilbonesi, morì Francesco Deidda noto Missoni, cantoniere ferroviario, chi dice causa di una coltellata, chi in seguito ad una emorragia causata da una pietra lanciata da uno dei litiganti. La morte avvenne il giorno sucessivo alla rissa.

Il paese rimase molto scosso da tale avvenimento.

Tale, Efisio Luigi Moi fu Daniele noto Moigeddu, obriere della festa di Sant’Efisio, presente a Elini, il giorno successivo al tragico evento, si fece promotore, col supporto di altri due obrieri, Angelo Deidda fu Antonio Efisio ed Efisio Luigi Cannas di Giovanni, della costruzione di una chiesa da dedicare a Sant’Efisio, a cui molti seuesi erano devoti, e alla Madonna del Carmine, per la quale andavano ogni anno a Elini.

Questo anche per evitare che un ritorno a Elini, l’anno successivo, potesse creare altri episodi di violenza.

Si creo, seduta stante, un Comitato temporaneo così composto;

 

Cavalier Caredda, Colonello Medico, Presidente

Cavalier Lorrai, Commissario Prefettizio, Vice Presidente

E. Mon. Don Emanuele Virgilio, Vescovo d’Ogliastra, Presidente Onorario

Rev.do Giuseppe Mancosu, Parroco di Seui, Vice Presidente Onorario

 

Forse senza l’intraprendenza e la determinazione di Angelo Deidda, Efisio Luigi Cannas, e in particolare di Efisio Luigi Moi, capo promotore, la festa “de Su Cramu” non avrebbe avuto inizio.

Detti promotori, decisi a non abbandonare Sant’Efisio ma al tempo stesso devoti alla Madonna del Carmine, riuscirono in poco tempo nel loro intento.

 

Efisio Luigi Moi, rappresentante della Singer, fu il catalizzatore della volontà dei Seuesi di edificare la chiesa nel territorio di Arcuerì.

A tal Proposito, trovò ampia disponibilità da parte dell’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Bonino Carta, dalle autorità locali, e da parte del Reverendo Giuseppe Mancosu, arrivato a Seui il 15 Agosto di quell’anno (1919).

 

Deciso, dopo votazione della popolazione, come sede della chiesa Arcuerì, dopo un ballottaggio con Anulù, Moigeddu concordò ed ottenne dal comune, 1000 metri quadrati in cui edificare la Chiesa e accessori di essa.

 

Il 16 Maggio 1920 si svolse la cerimonia per la posa della prima pietra, a cui partecipò tutta la popolazione. Su una pergamena dentro un’ampolla, posta nelle fondamenta della chiesa, fu scritto:

Anno Domini Millesimo nongentesimo vigesimo die decima secsta, May in regione Arqueri_ Almae genitrici Dei Maria sub titolo de Monte Carmelo et Sancto Efisio Martiri, plaudente populo Seuense templum hoc haerescentur


Cannas Efisio Luigi, sostenne fortemente l’iniziativa e donò anche il simulacro di Sant’efisio, con la promessa da parte degli altri Obrieri che venisse sempre onorato il Santo per gli anni successivi.

In seguito, Don Mancosu, incaricato dal Comitato, si occupò di recuperare la Statua della Madonna del Carmine da affiancare a Sant’Efisio.

A tal proposito scrisse alla ditta Luigi Guacci, artigiano salentino della cartapesta, la quale rispose che “se si desiderava la Madonna col bambino, il valore andrebbe a circa Lire seicento, ma per ottenere il gruppo, in questo anche San Simone, verrebbero a costare Lire Milleduecento escluse le spese di trasporto”. Con una raccolta di offerte si scelse quest’ultima soluzione e così si acquistò il simulacro in cartapesta, attualmente conservato nella chiesa di San Giovanni Battista. Il simulacro della Madonna, dopo il viaggio in nave, arrivo a Seui col trenino.

Venerdì 16 e Sabato 17 Luglio 1920 si preparò e si fece la prima festa.  Il 16 si dedicò per la Madonna del Carmine ed il 17 per Sant’Efisio.

 

Per anni furono rispettate le date del 16 e 17 Luglio anche se feriali, successivamente, nei primi anni 70, per agevolare il rientro dei tanti seuesi impegnati nelle loro attività a Cagliari, si fece coincidere la festa col terzo fine settimana del mese di Luglio.

 

Alla festa del primo anno, partecipò quasi tutto il popolo di Seui, dormendo all’addiaccio sotto i lecci di Arcuerì, e v’intervennero pure diversi paesani di Ussassai.

Di questo primo anno furono scattate da Leonilla Farci alcune foto, nel cui retro vi è scritto 16 – LUGLIO – 1920” – Ia FESTA DEL CARMINE”



La festa nei primi anni si svolgeva così.

 

Partenza il mattino presto a piedi, con carri a buoi e a cavallo.

Il suono delle launeddas e gli spari di guettus, annunciavano già il clima di festa.

Le statue, trasportate a spalle e seguite dal gruppo di accompagnamento, parroco, stendardi, confratelli, obrieri, uscivano dalla chiesa, presumibilmente percorrendo via San Giovanni a incrociare la via Roma, dove attendeva il resto della popolazione.

Da qui, caricate in un carretto improvvisato, trainato dai buoi, proseguivano verso Arcuerì. Arrivo previsto, ore 10.

 

Giunti in loco, i festanti si raccoglievano in chiesa all’ora della messa, non mancavano fra i Seuesi anche quelli di Ussassai, qualche Arzanese e Usinese.

 

Significativa anche la presenza di venditori ambulanti venuti da lontano, rivenditori di vino, liquori e bibite diverse, dolciari.

 

Durante i due giorni non mancavano la musica, i balli in piazza, e il divertimento.

Notte sotto le stelle e festa nel giorno successivo, fino a sera ora del rientro.

I simulacri col gruppo di accompagnamento ripartivano da Arcuerì.

 

A notte inoltrata, dirimpetto al camposanto, attendevano i confratelli e tutti gli altri, “ognuno con la candela accesa unendosi al passaggio dei simulacri e formando uno splendido effetto con delle migliaia di candele accese”. Il suono delle launeddas e gli spari di guettus, non mancava mai.

Seui-Palermo

 

I Seuesi a Palermo avevano promesso che avrebbero fatto costruire il Cocchio per portare i simulacri ad Arcuerì. Dato che le donazioni promesse per l’acquisto ritardavano, si decise di visionare le bozze dei disegni che avrebbero concorso alla realizzazione del carro. Tra le tante, fu scelta quella che presentò Moi Giovanni di Efisio Luigi di Seui residente in Palermo. La bozza, fu data a un falegname palermitano, forse maritato a una Seuese che realizzò il carretto, verde con decorazioni oro, utilizzato ogni anno in occasione della festa.

La spesa, visto il ritardo nella raccolta delle offerte e per mantenere la promessa fatta, venne sostenuta dal Cavalier Sulis Ermanno, proprietario di un importante Caffè a Palermo, che sollecitò la realizzazione, facendo arrivare il carretto a Seui alla vigilia della festa del 1939.

Aresu Agostino e Abramo donarono l’altare. Carta Massimino regalò il simulacro piccolo della Madonna del Carmine. Carta Giovanni fu Sisinnio e Cannas Efisio Luigi, regalarono, ciascuno una nicchia di marmo per l’acqua santa. Loi Giovanni fu Efisio Luigi regalò la campana per la chiesa di Arquerì. Gli attuali simulacri son stati donati da Pietro Gaviano, quello della Madonna e da Umberto Desogus, quello di Sant’Efisio.

 

Di Efisio Luigi Moi si è sempre parlato come cronista della nascita della festa del Carmine, non rilevando che lui era uno dei protagonisti della nascita della festa. Con intelligenza seppe raccontare i fatti senza dare troppo risalto alla sua opera, perché da buon cristiano, mise al centro di tutto il racconto, la Madonna del Carmine e Sant’Efisio.

Conclusioni

 

Son passati quasi 100 anni, si son susseguiti don Mancosu, don Murino, don Bisi, don Giuseppe. La Banda Rossini (1922), storica compagna di viaggio de su Cramu (1920), ancora suona O bella Regina, e i seuesi accompagnano sempre i due simulacri nei dieci chilometri a piedi fino ad Arcuerì.

 

 
   

 Le notizie qui presenti sono tratte dal Memoriale di Moi Efisio Luigi, dalla cronistoria di Antonino Cannas e Giancarlo Urpis, da documenti avuti negli anni da Moi Umberto. L’elenco dei soci obrieri dal 1959 è stato compilato da Dottor Loi Antonio, medico condotto (arrivato a Seui nel 1956), presidente dal 1959 al 1999, successivamente da Leandro Lobina, attuale presidente.

Pur in possesso di un regolamento interno, dopo vari tentativi da parte di Moi Umberto negli anni 90, nel 2007 il Comitato del Carmine, e per decisa volontà dell’Obriere maggiore di quell’anno, Gianfranco Mura, si è dotato di regolare Statuto.

Nel mese di Giugno 2016, il Vescovo d’Ogliastra ha comunicato il seguente avviso;

“I comitati e le associazioni religiose, prive di un regolare Statuto, riconosciuto dalla Diocesi, non riceveranno il nullaosta del vescovo Antonello Mura per l’organizzazione degli eventi legati alle ricorrenze religiose”.

 

Spero, che prima o poi, sia dato il giusto riconoscimento ai capi promotori della festa de su Cramu, Efisio Luigi Moi fu Daniele, Angelo Deidda fu Antonio Efisio, Cannas Efisio Luigi di Giovanni.

 

Comunicatemi via mail eventuali inesattezze, correzioni, integrazioni.

Matteo Sulis Bakera