SU CRAMU ELINI

17 giugno 2016

 

 

TRATTO DAL SITO DEL COMUNE DI ELINI

 

Festa della Beata Vergine del Carmelo

I riti in onore della Beata Vergine del Monte Carmelo si svolgono ogni anno a partire dal terzo sabato del mese di luglio è rappresentano la festa principale del paese. Ha origini antichissime che si perdono nella notte dei tempi e conserva ancora oggi molte delle tradizioni del passato. E’ una ricorrenza molto sentita dagli elinesi ma anche dagli abitanti dei paesi limitrofi che accorrono numerosi alla cerimonia religiosa che si svolge nella suggestiva oasi naturale del Parco Carmine. Qui gli antenati degli elinesi edificarono una chiesetta campestre dedicata alla Madonna. I festeggiamenti iniziano il sabato, quando i fedeli partono, alle prime luci dell’alba, dalla chiesa del paese portando in spalle la statua della Vergine e di San Mauro. La statua della Madonna viene ornata con oggetti d’oro che i fedeli le hanno donato negli anni per grazia ricevuta. L’inizio della processione è annunciato, come da tradizione, dal rumore de is coettos (i petardi) lanciati dagli obrieri. La processione attraversa le principali vie del paese resa più suggestiva dai canti delle donne che intonano il Santo Rosario in limba (in dialetto sardo). Il corteo accompagnato dalle launeddas prosegue il suo cammino verso la meta. Arrivati a destinazione i fedeli possono assistere alla Sacra Messa e ascoltare l’inno che da anni le donne elinesi dedicano alla Beata Vergine del Carmelo. Una melodiosa preghiera tramandata da generazioni da madre a figlia. Dopo aver partecipato alla Santa Messa i fedeli vengono accolti in Sa Lolla , un locale vicino alla chiesa dove viene offerto loro latte, caffè, biscotti, dolci tradizionali e is turtas, portate in processione e benedette durante la messa. Esempio della tradizionale ospitalità elinese, su cumbidu (l´invito), è preparatodagli Obrieri, un gruppo di famiglie del posto che si occupano di organizzare la festa e ha subito nel corso degli anni alcune variazioni. Gli anziani del paese, infatti, ricordano che in passato su cumbidu consisteva nel dare ai devoti un pezzo di carne arrosto e una sfoglia di pistoccu. Tesi confermata anche dall’Angius/Casalis dove troviamo scritto «Le feste principali di Elini sono due: una si celebra nella parrocchia in onore di San Agostino, l’altra per la Vergine del Carmelo, e questa è la festa, come usan dire di chirriolu, presentandosi agli operai della chiesa un brano di carne di caprone e un pane a quelli che vi concorrono. Si fa parte anche alle persone distinte del paese, a’ quali si manda la carne non arrostita come dessi agli altri». Ancora oggi si usa portare a chi non ha potuto partecipare alla festa, come anziani e malati, un assaggio de su cumbidu. Durante la giornata gli Obrieri passano per i tavoli del carmine e per le case con sa corona ( la corona della Madonna) chiedendo ulteriori offerte per l’organizzazione della festa. Per tutta la giornata di sabato e la domenica le statue dimorano nella chiesa campestre e accolgono le preghiere, le gioie e i dolori dei fedeli. La domenica sera vengono riportate nella chiesa del paese, dove i festeggiamenti proseguiranno fino alla domenica successiva. La festa veniva condivisa con gli abitanti di altri paesi come Seui che, prendendo il trenino che da Mandas porta ad Arbatax prendevano parte ai festeggiamenti. Il 19 luglio del 1919, però, i festeggiamenti furono turbati da un grave episodio di cronaca che culminò nella morte di un giovane. Scoppiò infatti una furiosa lite tra elinesi e ilbonesi da un lato e seuesi dall’altro. Non si conoscono con certezza i motivi che scatenarono i disordini. Gli anziani del paese a riguardo hanno diverse teorie. C’è chi sostiene che i seuesi volessero impossessarsi della statua della Madonna e chi invece getta tutta la colpa su un ilbonese che dopo aver alzato il gomito importunò una giovane seuese. Di certo però si sa che la lite terminò con la morte di un forestiero investito dal treno che riportava i fedeli a Seui. Da allora i seuesi festeggiano la festa della Beata Vergine del Carmelo nel loro territorio.